“In Italia solo il 46 percento delle donne lavora. I dati che emergono dal convegno “La ripresa e’ donna” organizzato alla Camera dei Deputati sono preoccupanti. Le istituzioni devono passare dalle parole ai fatti: l’unica strada per aiutare le donne ad emanciparsi e’ quello di sostenere le famiglie, di cui spesso proprio le donne si fanno interamente carico, rinunciando alla propria carriera”. E’ quanto dichiara Andrea Zini, vice presidente Assindatcolf, Associazione Nazionale dei Datori di Lavoro Domestico, componente Fidaldo, aderente Confedilizia, che sta partecipando ai lavori del convegno organizzato a Montecitorio dalla presidente della Camera, Laura Boldrini “La ripresa e’ donna”.

 

“Per questo – prosegue Zini – chiediamo al Governo e alle istituzioni tutte la totale deducibilità del costo del lavoro domestico. Una misura di equità sociale, che come testimonia un recente studio che abbiamo commissionato al Censis e che e’ stato distribuito anche oggi in sala alla Camera, non solo potrebbe far emergere circa 340 mila lavoratori che nel settore domestico operano in nero, ma avrebbe anche il vantaggio di creare nuova occupazione diretta: 104 mila nuovi posti all’interno dei quali c’è anche la preziosa forza lavoro femminile che oggi, non potendosi permettere un aiuto domestico, gestisce autonomamente i propri anziani o i figli, rinunciando a lavorare. Poter dedurre totalmente il costo del lavoro domestico, – conclude il vice presidente Assindatcolf – a fronte di un costo assolutamente sostenibile per lo Stato (il Censis ha calcolato 72 milioni di euro tra effetti diretti ed indiretti), può essere davvero la chiave di volta per dare una risposta a questo problema”.

 

 

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Non lasciare al caso la gestione di colf, badanti e baby sitter!

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