Il governo nazionale ma anche quello regionale sostengano il welfare familiare. I dati Censis presentati questa mattina non fanno altro che confermare quello che la nostra associazione sostiene da anni: servono politiche mirate di sgravi fiscali per sostenere le famiglie, che in questi anni, anche a causa delle mancanze dello Stato, sono state costrette a dare vita ad un vero e proprio welfare alternativo e ‘fai da te’”. È quanto dichiara Andrea Zini, vice presidente Assindatcolf, Associazione Nazionale dei Datori di Lavoro Domestico (aderente Confedilizia, componente Fidaldo), commentando i dati contenuti nel rapporto Censis-Unipol sul welfare.

“Il ‘caso’ Lazio – prosegue – è un po’ l’emblema di quello che sta avvenendo a livello nazionale e globale: la popolazione invecchia, la famiglia si ‘allunga’ e diventano sempre più necessarie cure ed assistenza alla persona. Lo Stato da solo non cela fa. Peroffrire una risposta adeguata alle esigenze delle persone, senza arrivare all’assurdo che rinuncino a chiedere assistenza, bisogna necessariamente proporre un modello integrato che metta a sistema i servizi offerti dallo Stato, dagli enti locali, dalle imprese sociali, dal terzo settore ma anche dal lavoro domestico, che spesso è diventato l’unica concreta risposta al problema. Non tutti però – conclude Zini – possono permettersi di pagare una baby sitter o una badante. Per questo chiediamo al Governo di rendere totalmente deducibile il costo del lavoro domestico: una misura di equità sociale che da una parte consentirebbe alle famiglie di risparmiare 5-6 mila euro l’anno, con enormi vantaggi anche sul sistema sanitario nazionale, e dall’altra renderebbe vantaggioso assumere personale in regola, facendo contestualmente emergere buona parte del mezzo milione di lavoratori domestici che ad oggi svolgono la loro attività in nero”.

 

 

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Non lasciare al caso la gestione di colf, badanti e baby sitter!

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