“Creare una cultura del lavoro che assicuri dignità della persona a partire dalla famiglia. È il monito lanciato oggi dal Santo Padre che condividiamo e rilanciamo al Governo nazionale, affinché inserisca il sostegno al lavoro domestico tra le priorità della sua agenda dei prossimi mesi”. È quanto afferma Assindatcolf, Associazione Nazionale dei Datori di Lavoro Domestico, aderente Confedilizia, componente Fidaldo.

“Parlare di famiglia oggi – prosegue – significa anche riferirsi al lavoro domestico. Ce lo dicono i dati: secondo un’indagine che Assindatcolf ha commissionato al Censis sono 2.143.000 le famiglie italiane (l’8,3% del totale) che si avvalgono dei servizi dei collaboratori domestici, dalla cura e assistenza degli anziani e delle persone non autosufficienti, alle attività di pulizia della casa. Altre, quasi 3 milioni, vorrebbero avvalersi del supporto di un assistente familiare ma non possono permetterselo. A confermare questo trend arriva, oggi, anche il rapporto ‘Famiglia, lavoro, gender gap: come le madri-lavoratrici conciliano i tempi’, realizzato dall’osservatorio statistico dei Consulenti del lavoro, secondo il quale alle madri con salari bassi non conviene lavorare visto il costo del lavoro domestico”. “Ecco perché – conclude il vice presidente Assindatcolf, Andrea Zini – da tempo sosteniamo l’esigenza di politiche fiscali mirate, come la deducibilità totale del costo del lavoro domestico, un modo per aiutare sia le famiglie che i lavoratori stessi e per rendere conveniente il lavoro ‘regolare'”.

 

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Non lasciare al caso la gestione di colf, badanti e baby sitter!

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