I dati sono contenuti nel 1° Paper del rapporto 2025 “Family (Net) Work”, a cura del Censis e promosso da Assindatcolf

La Lombardia si conferma la regione italiana con il maggior numero di lavoratori domestici regolarmente assunti: nel 2023 si contano 162.227 occupati ‘in chiaro’, di cui 92.980 colf e 69.247 badanti, pari a oltre il 42% del totale. Un settore – quell’assistenza alla persona – che nell’ultimo decennio ha registrato un incremento di oltre il 23%, in controtendenza rispetto all’andamento del comparto domestico nel suo insieme, che nello stesso periodo ha subito una contrazione del 4,0%, con un calo ancora più marcato per la mansione delle colf (-17,7%). È quanto emerge dal 1° paper del Rapporto 2025 “Family (Net) Work – Laboratorio su casa, famiglia e lavoro domestico”, promosso da Assindatcolf e curato dal Censis.

Lo studio, intitolato “La fatica delle famiglie: una difficile articolazione della domanda di cura”, analizza anche la distribuzione del lavoro domestico in rapporto alla popolazione residente. Nel 2023 in Lombardia si contano 16,2 lavoratori domestici ogni 1.000 abitanti, di cui 6,9 badanti e 9,3 colf, un numero che supera la media nazionale pari a 14,1 domestici ogni 1000 abitanti (7,0 badanti, 7,1 colf). Nel documento viene poi calcolato l’indice di ‘solitudine’ regionale: in Lombardia si contano 34 persone sole ogni 100 famiglie – in linea con la media nazionale (34,4) – e 8,7 badanti ogni 100 persone sole con più di 60 anni, un valore di poco superiore alla media nazionale (8,5), ma inferiore rispetto ad altre regioni come Emilia-Romagna (11,9), Toscana (13,5) e Sardegna (24,5).

“La fotografia del Censis – dichiara Andrea Zini, presidente di Assindatcolf – restituisce un quadro chiaro del ruolo cruciale del lavoro domestico e dell’assistenza familiare in una società sempre più anziana e frammentata. Per questo chiediamo misure di sostegno al comparto, sia a livello nazionale che regionale, e aiuti alle famiglie che da sempre si fanno carico di tutto il peso di cura, anche economico. Al contempo serve un formale riconoscimento del ruolo del settore domestico e della figura del caregiver, veri pilastri del welfare pubblico”.

 

 

Non lasciare al caso la gestione di colf, badanti e baby sitter!

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