Domestici e lavoro nero: in Italia secondo le stime del Rapporto Censis-Assindatcolf si contano circa 1 milione tra colf, badanti e baby sitter irregolari. Cosa prevede il contratto collettivo di categoria, quali step seguire per superare questa condizione e quali gli errori più frequenti da evitare? Dall’Associazione Nazionale dei Datori di Lavoro Domestico ecco una breve guida a disposizione delle famiglie che in casa si avvalgono di un aiuto.

 “La strada dell’assunzione – dichiara Assindatcolf –  non dovrebbe essere considerata come una delle tante opzioni possibili ma la regola da seguire sempre. Tuttavia, i numeri dimostrano comela realtà sia molto distante dalla pratica e questo anche a causa di iter complessi da seguire. Per questo motivo – prosegue – come associazione che rappresenta le famiglie abbiamo deciso di dare un contributo nella direzione della semplificazione: cosa fare per regolarizzare una colf, una badante o una baby sitter? Ecco alcuni passaggi per non sbagliare”.

 Si parte dalla scrittura della lettera di assunzione “che non deve essere registrata ma solo scambiata tra le parti. L’unico adempimento per il datore – continua l’associazione – è quello di comunicare all’Inps l’assunzione nelle 24 ore che precedono l’inizio dell’attività stessa. Se si tratta di un convivente bisognerà anche avvertire il commissariato di pubblica sicurezza della zona entro le 48 ore dall’inizio dell’ospitalità. Quanto ai documenti, – prosegue – indispensabili sono il codice fiscale del lavoratore, un documento di identità valido ed in caso di un domestico extracomunitario, il permesso di soggiorno che consenta lo svolgimento di attività lavorativa”. E ancora, nella lettera di assunzione dovranno essere indicate alcune specifiche: la data di inizio del rapporto di lavoro, la durata del periodo di prova (che decorre dal primo giorno di lavoro e mediamente dura 8 giorni), l’esistenza o meno della convivenza, la durata dell’orario e la sua distribuzione, il giorno di riposo e naturalmente la retribuzione pattuita lorda oraria o mensile.

 “Infine – conclude Assindatcolf – le famiglie che si apprestano ad assumere un collaboratore domestico devono sapere che il cosiddetto voucher non è da considerarsi un sostituto del regolare contratto: con i buoni lavoro si possono infatti retribuire solo le prestazioni occasionali, non il lavoro programmato, sia pure a ore. Il rischio vertenze è assolutamente concreto”.

 

Guida pratica all’assunzione fai da te di colf, badanti e baby sitter

1- Nel lavoro domestico stipulare un contratto di lavoro significa scrivere una semplice lettera di assunzione: il documento deve essere redatto in duplice copia, firmato e scambiato tra le parti.

2- La lettera di assunzione deve contenere alcune precise informazioni elencate in modo dettagliato all’articolo 6 del contratto collettivo nazionale: la data di inizio del rapporto di lavoro; la durata del periodo di prova (che decorre dal primo giorno di lavoro); l’esistenza o meno della convivenza; la retribuzione lorda pattuita che può essere uguale o superiore ai minimi tabellari; la residenza del collaboratore e/o l’eventuale domicilio se differente; la durata dell’orario e la sua distribuzione; la tenuta di lavoro (che se richiesta dovrà essere fornita dal datore), la data di fine rapporto in caso di contratto a tempo determinato. Importante specificare anche il riposo settimanale (36 ore per i conviventi, 24 per gli altri), eventuali trasferte in caso di vacanze programmate ed il periodo per il godimento delle ferie annuali.

2- Il contratto di lavoro domestico non deve essere registrato: l’unico adempimento per il datore è quello di comunicare all’Inps l’assunzione. Questa operazione deve essere svolta necessariamente nelle 24 ore che precedono l’inizio dell’attività stessa. Per farlo serve il pin personale, sia che la denuncia sia presentata telematicamente, che attraverso il contact center. Se, invece, non si è in possesso del pin ci si può rivolgere alle associazioni di categoria come Assindatcolf o ai consulenti del lavoro.

3 – Se si è assunto un lavoratore convivente, oltre all’Inps, bisognerà mettersi in contatto con l’autorità di pubblica sicurezza della zona e dare apposita comunicazione entro le 48 ore dall’inizio dell’ospitalità.

4 – Senza un documento di identità valido ed il codice fiscale del lavoratore non è possibile assumere. Per i lavoratori extracomunitari è necessario disporre del permesso di soggiorno che consenta lo svolgimento di attività lavorativa: le persone che non sono in regola non possono essere assunte.

5 – I voucher per il lavoro accessorio non sono sostitutivi ad un regolare contratto di lavoro: con i buoni lavoro possono essere retribuite solo prestazioni occasionali non il lavoro programmato.

 

 

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Non lasciare al caso la gestione di colf, badanti e baby sitter!

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