“Non solo le retribuzioni: da gennaio 2023 anche i contributi che le famiglie datrici di lavoro domestico versano trimestralmente per l’attività di colf, badanti e baby sitter rischiano di aumentare in modo considerevole per effetto dell’inflazione. Per questo chiediamo un intervento urgente del Governo in Legge di Bilancio”. Così Andrea Zini, presidente di Assindatcolf, Associazione Nazionale dei Datori di Lavoro domestico. “Dopo le dichiarazioni del sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon – dichiara Zini – siamo fiduciosi che il Governo possa trovare delle soluzioni ai problemi evidenziati, con l’auspicio che queste non servano solo a tamponare l’emergenza ma che, al contempo, possano affrontare le vere criticità del comparto, come quella del lavoro irregolare. Una stortura che potrebbe essere corretta solo introducendo la totale deduzione del costo del lavoro domestico e non certo innalzando il limite di utilizzabilità dei buoni lavoro”.
“Ecco perché – aggiunge Zini – la richiesta di allargare la deducibilità non solo ai contributi (come già oggi avviene nel limite di 1.549,37 euro l’anno) ma all’intero costo sostenuto dalla famiglia (stipendio, tfr, tredicesima e ferie) è in cima al ‘pacchetto’ di proposte che abbiamo inviato alla Commissione Bilancio della Camera dei Deputati, impegnata nell’analisi della Legge di Bilancio”. “Nella Memoria – conclude il presidente di Assindatcolf – chiediamo di estendere al comparto domestico alcune agevolazioni previste per altri settori, come l’esonero totale o parziale dei contributi per i lavoratori dipendenti in caso di assunzione di giovani o donne, o quello per l’assunzione dei percettori di Reddito di cittadinanza, ad oggi riservato solo alle aziende”.