FIDALDO, associazione firmataria del CCNL del Lavoro domestico, è molto preoccupata per l’innalzamento del plafond del lavoro accessorio ad € 7.000, essendo applicabile al lavoro domestico senza il massimale di € 2.000 per singolo committente come previsto, invece, per imprenditori e professionisti.

Nel commentare l’atto del Governo n. 158 del 9 aprile 2015, sottoposto a parere parlamentare, FIDALDO sottolinea l’esistenza di molteplici casi di ricorso al giudice già presentati e la concreta possibilità di contenzioso su vasta scala per rivendicare ferie, 13ma, TFR ed ogni altro istituto contrattuale non applicato. Il 70-90% dei rapporti non a tempo pieno, anche se costanti, rientrerebbero in tale importo, contraddicendo il concetto di accessorietà ribadito più volte nel documento del Governo inviato alle Camere.

Peraltro un valore ridotto in termini di tempo (massimo di ore/anno) o di importo (€ 2.000 come per imprese e professionisti) ribadirebbe il concetto di “lavoro occasionale di tipo accessorio” previsto all’origine della norma (D.Lgvo 276/2003). Il valore medio dei voucher erogati annualmente dal singolo datore di lavoro, nel settore domestico, secondo le nostre valutazioni – sottolinea FIDALDO – ammonta ad € 2.083, mentre oltre il 60% dei rapporti di lavoro domestico non supera la retribuzione annuale di € 7.000, importi questi facilmente riscontrabili dai dati pubblicati dall’INPS.

Anche se eliminato la definizione di “…attività lavorative di natura subordinata …”, presente nelle precedente bozza del Governo, rimane l’ampio rischio di contenzioso per le famiglie e, oggettivamente, mortifica il lavoro domestico ora che sta divenendo un volano economico importantissimo (circa 2.000.000 di addetti, tra lavoratori in regola ed in nero, e necessità di altri 500.000 nei prossimi anni – fonte Censis 2013).

FIDALDO, pur comprendendo e condividendo la necessità di semplificare gli adempimenti, soprattutto per le famiglie, non ritiene che un mezzo di pagamento, il c.d. voucher, possa sostituire la normativa del lavoro e la contrattazione collettiva e, ribadisce come le cause già attivate dimostrino questa preoccupazione.

Il riferimento al limite di € 7.000 per anno, sembra quindi per FIDALDO eccessivo ed inutile, e pertanto, chiede che non venga toccato l’attuale limite di € 5.000, ma, soprattutto, che anche al lavoro domestico accessorio sia applicato il massimale di € 2.000 per singola famiglia. Invita inoltre il Governo a ripensare profondamente la normativa relativa al lavoro accessorio, almeno per il settore domestico: o si tratta di fattispecie “blindata” non attaccabile, oppure è meglio abbandonare l’ipotesi e pensare all’emersione del lavoro nero (circa 1 milione di lavoratori sul totale di 2 milioni). FIDALDO sostiene che l’approvazione, con le dovute modifiche, della legge sui servizi alla persona ed alla famiglia (DDL A.S. 1535 del17/6/2014), che recepisce la situazione italiana e le regole francesi, permetterebbe la semplificazione degli adempimenti ed il sostegno economico alle famiglie.  Elementi – continua FIDALDO – che combinati, consentirebbero l’emersione del lavoro irregolare nel settore.

 

FIDALDO Federazione Italiana Datori di Lavoro Domestico

NUOVA COLLABORAZIONE Associazione Nazionale Datori di Lavoro Domestico

ASSINDATCOLF Associazione Sindacale Nazionale tra i Datori di Lavoro dei Collaboratori Familiari

A.D.L.C. Associazione Datori di Lavoro di Collaboratori Domestici

A.D.L.D. Associazione Datori di Lavoro Domestico

 

 

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