“Negli ultimi 25 anni, in mancanza del welfare statale, le famiglie si sono attivate per sostituirlo. A ciò non ha fatto seguito una coerente modificazione della normativa in loro sostegno. L’esempio del DDL che state ora discutendo dimostra questa nostra tesi”. E’ quanto ha affermato la Fidaldo – Federazione Italiana Datori di Lavoro Domestico – aderente Confedilizia, nel corso dell’audizione davanti alla XI Commissione -Lavoro pubblico e privato- della Camera dei Deputati. “Premesso che condividiamo lo spirito complessivo del DDL Lavoro, A.C. n. 2660, riteniamo che vi siano alcuni punti problematici per il settore del lavoro domestico. Vorremmo partire dalla retribuzione oraria minima. La modifica apportata dal Senato a questo articolo evita l’introduzione indifferenziata di un compenso orario minimo, che avrebbe avuto conseguenze deflagranti nel settore, e recepisce il diritto all’autodeterminazione delle parti in sede contrattuale. Solamente con questa formulazione riteniamo di poter considerare tutelate le famiglie dal rischio di aumento esponenziale del costo del lavoro, che sarebbe insostenibile. Per quanto concerne, poi, la liberalizzazione del lavoro accessorio, facciamo presente che nel nostro settore è già stata liberalizzata la possibilità di ricorrere ai c.d. voucher. Questo ha comportato un’impennata del loro utilizzo, che è quasi raddoppiato, passando da 880.000 ore nel 2012 a 1.550.000 ore nel 2013. Ci domandiamo se questo sia un fatto positivo tout-court o se, viceversa, vi siano delle insidie nel medio lungo periodo con l’aumento della vertenzialità. In merito, invece, agli incentivi all’assunzione, premesso che il settore del lavoro domestico è in aumento, nonostante non abbia mai ricevuto incentivi, vorremmo suggerire alcuni spunti di riflessione, in particolare che anche ai datori di lavoro domestico venga riconosciuta la deducibilità dell’intero costo del lavoro. Questa è la vera richiesta che stiamo rivolgendo al Governo e al Parlamento. Ci fa piacere che i suggerimenti proposti nella memoria depositata agli atti del Senato, in particolare il riferimento alla normativa europea in vigore siano stati ripresi con l’inserimento della lettera l) nel comma 6 dell’unico art. 1, che recepisce due risoluzioni del Parlamento europeo, in merito al regime delle sanzioni, stabilendo che, oltre ad incentivare e controllare, venga previsto un sistema premiale per i comportamenti corretti e le pratiche regolari, ricorrendo, invece, ad un sistema sanzionatorio per coloro che agiscono in modo contrario. Per promuovere il principio di legalità, vorremmo poi evidenziare come nel settore del lavoro domestico l’incontro domanda-offerta sia più arretrato che non negli altri settori. Bene, quindi, l’inserimento della valorizzazione del sistema informativo per la gestione del mercato del lavoro e il monitoraggio delle prestazioni erogate e la semplificazione amministrativa in materia di lavoro e politiche attive. Riteniamo che il fascicolo elettronico sia uno strumento importante ed il conferimento al sistema dei posti vacanti sia utile, preferiamo, però, la completa implementazione del libretto formativo del cittadino cui attingere in modo mirato le informazioni per la selezione di personale con un ruolo di fiducia, un tipo di lavoratore peraltro con una volatilità estrema della disponibilità. Per quanto concerne, infine, la maternità e la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro ci preoccupa che tutte quelle tutele previste per le lavoratrici nel lavoro domestico possano privare di tutela le famiglie che quelle lavoratrici hanno assunto proprio per poter conciliare sia la propria maternità sia, soprattutto, i propri tempi di vita e di lavoro. Siamo quindi in una situazione di regolazione normativa, almeno per noi, molto delicata. Occorre che siano tutelate la ‘maternità e conciliazione dei tempi di vita e di lavoro’ sia dei lavoratori che dei datori di lavoro. Se ciò non fosse siamo sin d’ora contrari a tali previsioni”.
.