Sostenibilità del costo del lavoro domestico, lotta all’irregolarità e pieno riconoscimento del settore quale fondamentale pilastro del welfare e motore economico. Sono queste alcune delle principali richieste contenute nel “Manifesto per un’Europa sociale, a sostegno della famiglia”, un documento in 8 punti che Assindatcolf, Associazione Nazionale dei Datori di Lavoro Domestico, ha oggi idealmente ‘consegnato’ alla politica in vista delle prossime elezioni europee dell’8 e del 9 giugno, nel corso di un evento che si è svolto presso la sede del Parlamento Europeo in Italia. Presenti, oltre al presidente di Assindatcolf, Andrea Zini, anche Valentina Barzotti (M5S), Marco Furfaro (Pd), Maria Chiara Gadda (Italia Viva), Lorenzo Malagola (FdI).

“Insieme alla Federazione Europea Effe, di cui siamo parte – spiega Zini – abbiamo messo a punto un Manifesto che contiene le priorità per sostenere il settore domestico. Un comparto spesso considerato marginale ma che, al contrario, ha a che fare con le grandi sfide che l’Europa e l’Italia dovrebbero affrontare come invecchiamento della popolazione, denatalità, migrazioni, empowerment femminile; contrasto al divario di genere. Per questo, – prosegue – in un momento così delicato come quello in cui si discute dei programmi elettorali, speriamo che questo documento possa essere da stimolo per immaginare un’Europa sociale che sia davvero a dimensione di famiglia”.

Tra le richieste messe nero su bianco nel Manifesto, al primo posto: “Riconoscere pienamente il lavoro domestico nella sua ‘atipicità’, con un’attenzione particolare alle famiglie che impiegano direttamente i lavoratori, sostenendo la lotta al lavoro irregolare”. Ma anche “promuovere l’integrazione del lavoro domestico nel più ampio settore dell’assistenza affinché i cittadini possano mantenere la propria indipendenza, beneficiare della flessibilità, garantendo al contempo la sostenibilità del bilancio nazionale”. E ancora, al quinto punto Assindatcolf sollecita “le Istituzioni europee e gli Stati membri nel fornire adeguati finanziamenti al settore domestico affinché cittadini e famiglie siano in grado di sostenerne il costo”. Un punto fondamentale secondo Zini, anche per invertire la tendenza del ricorso al lavoro irregolare. “In Italia – conclude il presidente di Assindatcolf – oltre 6 lavoratori su 10 sono senza contratto, una stortura che non può non essere ricondotta ad un sistema che scarica sulle famiglie l’intero costo. Anche su questo fronte siamo convinti che l’Europa debba e possa muoversi con determinazione per promuovere dei cambiamenti che siano in grado di elevare il settore, tutelando famiglie e lavoratori”.

Non lasciare al caso la gestione di colf, badanti e baby sitter!

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