L’Assindatcolf, che rappresenta i datori di lavoro domestico e aderisce a Confedilizia, ha ritenuto indispensabile segnalare ai propri Delegati territoriali – perché gli stessi possano informare correttamente i propri iscritti – quali siano le disposizioni di interesse per il settore domestico contenute nel “pacchetto sicurezza” approvato nei giorni scorsi dal Parlamento.

Nella Circolare trasmessa ai Delegati, l’Assindatcolf sottolinea anzitutto che per effetto delle nuove disposizioni approvate, è punito conl’ammenda da 5.000 a 10.000 eurosia il cittadino di Stato non appartenente all’Unione europeache faccia ingressosia quello chesi trattenganel territorio italiano in violazione delle disposizioni del Testo unico sull’immigrazione.

Da tenere presente – anche se l’applicabilità al caso del lavoro domestico è da valutarsi – è poi quanto previsto dal nuovo comma 5-bis dell’art. 12 del Testo unico sull’immigrazione, che stabilisce che chiunque a titolo oneroso dia alloggio, al fine ditrarre ingiusto profitto,a uno straniero che sia privo di titolo di soggiorno, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni, aggiungendo che la condanna con provvedimento irrevocabilecomporta la confisca dell’immobile (salvo che questo appartenga a persona estraneo al reato).

L’Assindatcolf ha inoltre ricordato ai propri Delegati che il decreto-legge in materia di sicurezza dello scorso anno ha apportato un’altra sostanziale modifica al Testo unico sull’immigrazione, prevedendo un inasprimento della pena per i datori di lavoro che assumano alle proprie dipendenze lavoratori stranieri privi del permesso di soggiorno, ovvero il cui permesso sia revocato, annullato o sia scaduto e del quale non sia stato chiesto nei termini di legge il rinnovo (reclusione da sei mesi a tre anni e multa di 5.000 euro per ogni lavoratore impiegato).

Alla luce della normativa richiamata e delle esigenze di assistenza emerse dalle numerose istanze presentate in occasione dell’ultimo decreto flussi, l’Assindatcolf invita il Governo a valutare interventi normativi che possano limitare i disagi derivanti alle famiglie dalla legislazione vigente.

Roma, 7 luglio 2009

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