“Si al bonus baby sitter per pagare la tata già assunta dalla famiglia alla quale, però, a fronte dell’emergenza coronavirus, vengono richieste più ore rispetto a quelle concordate al momento dell’assunzione. L’indicazione è contenuta nella circolare Inps n.44 che riporta le istruzioni contabili per accedere al Bonus istituito con Decreto legge 17 marzo 2020”.
È quanto comunica Assindatcolf, Associazione Nazionale dei Datori di Lavoro Domestico. “Attenzione, però – precisa il vice presidente Andrea Zini – a tenere una contabilità separata poiché con il bonus viene stabilito un importo orario di 10 euro, che può essere superiore alla retribuzione oraria concordata in busta paga. Nello specifico, con il bonus da 600 euro si potranno retribuire circa 13 ore in più rispetto all’orario standard (che sale a 23 ore nel caso di bonus da 1000 euro), considerando che l’importo è stato pensato per coprire il periodo di chiusura delle scuole ad oggi stabilito (5 marzo/3 aprile)”.
“In attesa che l’Inps comunichi la data di avvio del servizio – conclude Zini – consigliamo a tutte le famiglie che vorranno presentare domanda di richiedere fin da ora il Pin (qualora non ne fossero già in possesso) e di far fare altrettanto alla lavoratrice poiché si tratta di un prerequisito necessario. Le domande saranno accettate in ordine di arrivo, quindi la tempestività diventa fondamentale. Una volta ottenuto l’ok dall’Inps la famiglia avrà 15 giorni di tempo per confermare. Nella domanda dovrà essere indicato il numero dei figli minori a carico anche se il valore complessivo nel bonus rimarrà invariato. Viceversa, per i propri figli i domestici, ancora una volta, purtroppo sono stati esclusi dalla possibilità di percepire il bonus. Oggettivamente non ne comprendiamo la motivazione. Considerando che l’esclusione non è indicata nella norma e, tenendo anche conto che quello domestico rientra tra i lavori indispensabili, ci pare un’interpretazione decisamente singolare”.