Motore economico, pilastro sociale e strumento privilegiato di inclusione delle popolazioni migranti: con i suoi 8 milioni di lavoratori regolarmente impiegati ed un potenziale bacino occupazionale di 5 milioni di nuovi posti di lavoro, il settore domestico ‘bussa’ alla porta dell’Europa per chiedere un giusto riconoscimento, giuridico e finanziario e lo fa alla vigilia delle elezioni del 26 maggio. È questo l’obiettivo del Libro Bianco del lavoro domestico “Famiglia, lavoro e abitazione nell’Unione Europea”, presentato questa mattina al Cnel da Assindatcolf, Associazione nazionale dei datori di lavoro domestico e da Effe, la Federazione europea dei datori di lavoro domestico.

Tra i presenti il presidente del Cnel, Tiziano Treu, il giuslavorista Michele Tiraboschi, il direttore di ricerca dell’Irs Sergio Pasquinelli, il vice presidente della Federazione delle associazioni familiari cattoliche in Europa Vincenzo Bassi ed il responsabile dei servizi statistico-informativi dell’Anmil Franco D’Amico. Presenti anche i politici: Beatrice Covassi; Fabio Massimo Castaldo; Laura Agea; Anna Bonfrisco; Maria Teresa Bellucci; Costanza Hermanin, Simone Rebichini e Silvana Ardovino della direzione nazionale Italia Madre.

Frutto di due anni di studio, il Libro bianco del lavoro domestico contiene le 10 proposte per la valorizzazione del comparto in Europa: dalla creazione di un Osservatorio statistico centrale che possa censire i reali numeri che contraddistinguono il settore; alla lotta contro il lavoro irregolare, passando per la sfida della formazione e della certificazione professionale.

“Per quanto sottostimato, – ha spiegato il vice presidente Assindatcolf ed Effe, Andrea Zini – questo settore rappresenta comunque il 4% dell’occupazione totale in Europa, contro il 4,7% di quello dell’ospitalità ed il 6,8% delle costruzioni. Se supportato da adeguate politiche pubbliche e da finanziamenti, si stima che il comparto potrà espandersi in modo capillare nei prossimi anni, arrivando ad offrire un bacino occupazionale di 5 milioni di nuovi posti di lavoro, per un totale di 13 milioni, con un incremento del 40% rispetto ad oggi”.

“In Europa – ha aggiunto Alessandro Lupi, vice presidente Assindatcolf – nel 70% dei casi il lavoro domestico viene fornito da esterni, quali il servizio pubblico, le organizzazioni profit e non profit. Solo nel 30% dei casi è la famiglia ad assumere direttamente colf, badanti e baby sitter. Un modello per sua natura più soggetto ad irregolarità ma anche più economico, poiché non prevede l’azione di intermediari. In Italia, invece, dove ad assumere sono quasi sempre direttamente le famiglie e, soprattutto, dove non esiste un sistema di agevolazioni adeguato ma solo minime forme di detrazioni e deduzione dei costi, su 2 milioni di lavoratori complessivamente impiegati, oltre il 60% lavora in nero”.

“Per lottare efficacemente contro questa piaga economica e sociale – ha concluso il presidente di Assindatcolf, Renzo Gardella – non servono misure repressive ai danni delle famiglie ma, al contrario, incentivi all’assunzione ed un sistema informatizzato che semplifichi la gestione del rapporto di lavoro. Questa è, infatti, una delle proposte contenute nel Libro Bianco”.

Non lasciare al caso la gestione di colf, badanti e baby sitter!

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