“Programmare la regolarizzazione di nuovi cittadini extracomunitari rappresenta una necessità non solo, come sostiene il presidente dell’Inps Pasquale Tridico, per garantire una maggiore tenuta del sistema previdenziale ma, soprattutto, per risolvere un gravissimo problema che, se non tempestivamente affrontato, rischia di diventare una nuova emergenza: la carenza del personale domestico, che per il 70% è straniero”. È quanto dichiara Andrea Zini, presidente di Assindatcolf, Associazione Nazionale dei Datori di Lavoro Domestico.
“Gli ultimi dati dell’osservatorio statistico Inps sul lavoro domestico pubblicati a fine giugno – spiega Zini – ci dicono che sebbene si sia registrato un lieve incremento della forza lavoro regolare (961.358 unità nel 2021 con +1,9% rispetto al 2020), il numero di colf, badanti e baby sitter sarà presto destinato a dimezzarsi a causa di un progressivo invecchiamento della forza lavoro, fenomeno a cui, però, non corrisponde un adeguato ricambio generazionale. Per questo, – prosegue – al di là degli strumenti emergenziali quali la procedura di emersione disposta dal Dl Rilancio nell’agosto del 2020 e non ancora conclusa, chiediamo la previsione di quote dedicate al comparto domestico nei decreti flussi annuali. In generale, per rendere maggiormente attrattivo il settore occorre che accanto al lavoro che stiamo portando avanti insieme agli Enti Bilaterali sul fronte della formazione e della professionalizzazione, si agisca anche sulle retribuzioni. Un’operazione che, però, non può pesare sulle singole famiglie a meno che non sia prima prevista la deducibilità totale del costo del lavoro domestico, che chiediamo con urgenza. Solo un lavoro regolare stabile e meglio retribuito darebbe un ritorno strutturale anche al sistema previdenziale italiano, come invocato da Tridico” conclude.