Con l’attivazione della procedura per richiedere il “bonus infanzia” è stato compiuto un importante passo in avanti in sostegno della famiglia, in particolare di quelle madri lavoratrici che non riuscendo a conciliare i tempi di vita e di lavoro, e dovendo far quadrare il bilancio economico familiare, sono chiamate a compiere delle scelte, sacrificando, spesso, la propria realizzazione professionale. Vediamo, quindi, più da vicino, quali sono le novità legate al contributo per l’acquisto dei servizi per l’infanzia. Dal 16 dicembre, collegandosi al sito dell’Inps (www.inps.it) e consultando la sezione “avvisi e concorsi”, le neo mamme che rinunciano al congedo parentale potranno fare richiesta per ricevere un contributo economico, pari a 600 euro mensili per la durata di sei mesi, da utilizzare per il pagamento del servizio di baby-sitting, oppure per far fronte agli oneri legati ai servizi dell’infanzia, pubblici o privati. In particolare, le madri lavoratrici che possono fare richiesta per ottenere il cosiddetto “bonus infanzia” sono le dipendenti del settore pubblico o privato e le parasubordinate o libere professioniste, iscritte alla gestione separata Inps.
La domanda va presentata all’Istituto entro il 31 del corrente mese, per quelle lavoratrici che abbiano maturato i requisiti quest’anno, ed entro il 31 dicembre 2015 per le neo mamme che li matureranno nel prossimo anno. E’ possibile inviare la richiesta utilizzando la rete, digitando il proprio PIN, (chi non lo avesse può richiederlo direttamente on line) e attraverso i patronati.
Assindatcolf, quindi, è a disposizione degli utenti, pronta ad offrire il proprio supporto anche per questa specifica tipologia di servizio.
La sezione del portale Inps che andrà consultata è quella dei “Servizi per il cittadino”. Bisognerà poi proseguire cliccando sulle voci: “Autenticazione con PIN”, “Invio domande di prestazioni a sostegno del reddito” e “Invio delle domande per l’assegnazione dei contributi per l’acquisto dei servizi per l’infanzia”.
Le interessate dovranno, inoltre, far pervenire all’Inps la dichiarazione ISEE, indicatore della situazione economica equivalente, (qualora non sia già presente nelle banche dati dell’Istituto Nazionale Previdenza Sociale una dichiarazione valida). Vi sono, poi, una serie di informazioni, richieste dall’Istituto e indicate sul portale, che è bene acquisire prima di presentare la propria domanda. Tra queste, per esempio, i dati anagrafici del minore per il quale si intende effettuare la domanda; la data dell’ultimo giorno di congedo di maternità riferito al minore indicato; il numero di mesi di congedo parentale eventualmente già fruiti per il minore; i dati del datore di lavoro; quelli relativi al proprio inquadramento contrattuale; i dati anagrafici del padre e il tipo di rapporto di lavoro di quest’ultimo; i periodi di congedo parentale eventualmente fruiti dallo stesso. E’ bene precisare che l’erogazione del contributo economico avverrà tramite il sistema dei buoni lavoro, i voucher, (ritirabili presso la sede provinciale dell’Inps) per il servizio di baby sitting e con il pagamento diretto della struttura (scelta tra quelle indicate nell’elenco disponibile sul portale dell’Istituto e alla quale il minore dovrà preventivamente essere iscritto) per i servizi legati all’infanzia. In questo caso, sarà l’asilo nido a presentare apposita richiesta di corresponsione economica, allegando la relativa documentazione.
L’Inps, tramite posta elettronica certificata, comunicherà l’accoglimento o il rifiuto della richiesta per ricevere il bonus infanzia.