Promuovere una nuova cultura casalinga fatta di diritti e parità di genere. Non è il libro dei sogni ma la mission a cui si ispira un’associazione tutta al maschile che in Italia può contare sul supporto di circa 7 mila iscritti. ‘Uomini casalinghi’ che con attenzione si occupano della famiglia, che vogliono riscoprire la propria identità maschile senza per questo dover negare la dimensione domestica e che rivendicano il ruolo di partner ‘utili’ e ‘collaborativi’. Una realtà consolidata con tanto di sito istituzionale, blog e pagine social dedicate.
Si chiama AsUC (Associazione uomini casalinghi), è nata nel 2003 a Pietrasanta (in Toscana) da un’intuizione di Fiorenzo Bresciani e riunisce in sé l’universo maschile che ‘lotta’ per sovvertire lo stereotipo, fin troppo radicato nell’immaginario collettivo, secondo cui occuparsi della casa sia esclusivamente roba da donne. Una parità di genere al contrario rispetto a come siamo abituati ad intenderla soprattutto se, dati alla mano, volgiamo lo sguardo al contesto domestico, dove la presenza femminile è ancora (purtroppo) prevalente.
Uomini che, con una particolare attenzione al rispetto dell’ambiente, si occupano della casa a tempo pieno ma non solo e che per questo sono “spesso alle prese con la non facile conciliazione tra la vita lavorativa e familiare” si legge sul sito dell’associazione, che ha tra le sue finalità anche quella di arrivare al “riconoscimento del lavoro familiare dell’uomo nel quadro di un’adeguata politica a sostegno della famiglia”.