Nel 2016 i lavoratori domestici regolari sono stati 866.747, oltre 27 mila in meno rispetto all’anno precedente. Come ogni anno a fine giugno l’INPS ha aggiornato i dati relativi al settore domestico, mettendo in evidenza un’ulteriore contrazione relativa agli addetti operativi nel comparto, un trend negativo che va avanti da anni. “Dopo il ‘boom’ di rapporti di lavoro domestici registrati dall’INPS nel 2012, anno in cui si è superato il milione di lavoratori regolari, – ha commentato Assindatcolf – abbiamo assistito ad una costante e pericolosa riduzione del numero di occupati nel settore, fino ai numeri del 2016 che attestano un’ulteriore contrazione del 3,1%. Dati che a nostro avviso certificano quanto da tempo sosteniamo: centinaia di famiglie, caricate di oneri fiscali ed economici, sono obbligate a ‘scegliere’ la strada del nero per far quadrare i conti di casa, altrimenti ingestibili. È altresì evidente come lo strumento dei voucher (che oggi si chiama Libretto famiglia) non abbia generato comportamenti virtuosi che, invece, potrebbero essere attivati con incentivi fiscali mirati. Infine, non bisogna sottovalutare anche un altro dato che oggi ci consegnano le rilevazioni dell’INPS: cala complessivamente il numero dei lavoratori domestici ma aumentano gli italiani (+1%). Si tratta principalmente di donne in età avanzata, tra i 45 ed i 59 anni, segno che, in tempi di crisi, il comparto può e deve essere considerato anche come una nuova frontiera lavorativa, una leva per risolvere il problema della disoccupazione, per far fronte al costante invecchiamento della popolazione e a politiche di welfare pubbliche ormai insufficienti a soddisfare le esigenze del settore”.

Non lasciare al caso la gestione di colf, badanti e baby sitter!

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