È operativa dallo scorso 10 luglio la nuova piattaforma dell’INPS dedicata all’acquisto e alla gestione delle prestazioni occasionali. Aboliti i vecchi voucher, per chi in casa si avvale dell’ausilio di domestici una tantum arriva il Libretto famiglia. Ecco in sintesi cosa prevedono le nuove regole e quali le principali accortezze da seguire per non sbagliare.

 

QUANDO UTILIZZARLI – Nel nuovo testo si fa esplicito riferimento a piccoli lavori domestici (compresi giardinaggio, pulizia o manutenzione), assistenza domiciliare ai bambini, alle persone anziane, ammalate e con disabilità, ma anche all’ insegnamento privato supplementare. Al di là delle soglie che ne delimitano economicamente il perimetro di utilizzo, attenzione però a rispettare il principio della occasionalità: il rischio è di essere poi coinvolti in una successiva vertenza in cui il lavoratore cercherà di dimostrare che non può essere una tantum l’assistenza ad un anziano, malato e disabile.

NUOVE SOGLIE – Ciascun utilizzatore potrà attivare in un anno solare una o più collaborazioni occasionali per un massimo di 5.000 euro. 2.500 euro è, invece, la retribuzione massima che un lavoratore potrà percepire dallo stesso datore. Per il settore domestico la vecchia normativa prevedeva un unico limite, quello dei 7 mila euro. Rispetto al passato, dunque, si stringono le maglie, ma non ancora quanto servirebbe ad evitare un utilizzo improprio dello strumento. Tabelle alla mano, Assindatcolf ha, infatti, calcolato che con il limite dei 2.500 euro si potrebbe riuscire a pagare lo stipendio di una domestica che presta servizio in casa per 6 ore tutte le settimane.

IL COSTO – Nulla cambia rispetto al passato per le famiglie: 10 euro l’ora è il valore nominale dei titoli di pagamento contenuti nel nuovo Libretto famiglia. Quello che cambia è invece la paga oraria del lavoratore, che guadagnerà 8 euro invece che 7,50 euro. La differenza sarà in parte destinata alla gestione separata dell’Inps (1,65 euro, contro 1,30 euro del vecchio sistema), all’Inail per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali (0,25 euro mentre prima erano 0,70 euro) e al finanziamento degli oneri gestionali (0,10 euro).

TRACCIABILITÀ – Sarà possibile acquistare il Libretto famiglia attraverso una piattaforma informatica INPS o in un ufficio postale (prima invece i voucher si potevano anche acquistare dal tabaccaio o nelle banche autorizzate). Il Libretto è stato concepito come uno strumento nominale; per questo sia “l’utilizzatore” che il “prestatore” dovranno registrarsi sulla piattaforma Inps, nella quale andranno anche inseriti i dati relativi alla prestazione lavorativa. Ecco in sintesi come funzionerà: entro il giorno 3 del mese successivo allo svolgimento del lavoro il datore dovrà comunicare i dati identificativi del prestatore, il compenso pattuito, il luogo di svolgimento e la durata della prestazione. A conferma il lavoratore riceverà la notifica tramite sms o posta elettronica. Sarà l’INPS a provvedere al pagamento del compenso al prestatore il giorno 15 del mese successivo attraverso accredito delle spettanze su conto corrente bancario o mediante bonifico bancario domiciliato pagabile presso le Poste, mentre l’accreditamento dei contributi INPS e della quota Inail avverrà due volte l’anno: il 30 giugno ed il 31 dicembre di ciascun anno.

SANZIONI – In caso di superamento del limite di 2.500 euro il rapporto si potrebbe trasformare in contratto a tempo pieno ed indeterminato.

A tutti coloro che sceglieranno di utilizzare il Libretto famiglia per retribuire prestazioni domestiche davvero occasionali (e non la colf che viene tutti i giorni in casa!) Assindatcolf consiglia comunque di far firmare al lavoratore una scrittura privata (in duplice copia) nella quale il domestico dichiarerà di essere a conoscenza della natura della prestazione: saltuaria e non continuativa.

Non lasciare al caso la gestione di colf, badanti e baby sitter!

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