È donna, ha un’età compresa tra i 40 ed i 50 anni ed è in prevalenza straniera. È questo l’identikit della collaboratrice domestica che presta servizio nelle case degli italiani. Una rappresentazione ormai radicata nell’immaginario collettivo anche se gli ultimi dati forniti dall’Inps fotografano una realtà diversa e in continua evoluzione, forse complice la crisi economica o l’impoverimento generalizzato delle famiglie, sempre più italiane sono costrette a rimboccarsi le maniche e a “riscoprire” il lavoro domestico. L’Istituto di previdenza italiano parla di un calo, nel 2015, del 2,26% rispetto all’anno precedente degli addetti nel settore (comprese le assistenti alla persona) a fronte, però, di un aumento della quota di nostri connazionali pari al 4,23%.

Ma quello della colf è davvero un lavoro per tutti? Il contratto collettivo nazionale che regola il settore domestico prevede per questa figura “una necessaria esperienza” per svolgere con “specifica competenza le proprie mansioni”. Una definizione che dovrebbe escludere, dunque, quel lavoro spesso improvvisato, anche se per necessità, di chi può vantare solo un’esperienza che gli viene dalla pratica gestione della propria casa. Quali sono, quindi, i compiti della colf e come inquadrarla contrattualmente?

La figura più richiesta dalle famiglie è la cosiddetta collaboratrice generica polifunzionale per la quale il contratto collettivo nazionale del lavoro domestico prevede un inquadramento a livello B. Tra i suoi doveri, oltre alla pulizia del luogo per il quale viene chiamata a svolgere la prestazione, c’è anche il riassetto della casa, inteso come il riordino contestuale alla pulizia e l’eventuale preparazione di pasti, qualora ciò sia richiesto. Se state cercando una persona con un alto livello di abilità in cucina cambierà l’inquadramento contrattuale: a questa mansione corrisponde infatti il profilo del cuoco (livello C del Ccnl).

Alla colf potrà essere richiesta da contratto anche l’assistenza agli animali domestici di casa: sì, dunque, alla passeggiate del cane o alla pulizia della lettiera del gatto o della gabbia del pappagallino. Anche la cura delle piante del terrazzo rientra nelle mansioni della collaboratrice domestica, semaforo verde quindi se si tratta di annaffiare, rosso se si richiedono operazioni più tecniche, come potature o travasi.

E ancora, tra le collaboratrici familiari, al livello D del contratto, rientra la figura del maggiordomo, che è colui che svolge mansioni di gestione e di coordinamento relative a tutte le esigenze connesse ai servizi rivolti alla vita familiare.

In ogni modo, a tutti i livelli, questa lavoratrice potrà essere assunta sia in regime di convivenza a tempo pieno, oppure a ore, mentre solo per i livelli B e C è prevista la convivenza a tempo parziale fino a 30 ore settimanali. Quanto allo stipendio, sono previsti minimi retributivi adeguati al diverso inquadramento contrattuale, al di sotto dei quali non sarà possibile scendere, nonostante la retribuzione sia in ogni modo frutto di un accordo tra le due parti, datore e lavoratore.

Non lasciare al caso la gestione di colf, badanti e baby sitter!

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