Cala la popolazione residente, diminuiscono le nascite e aumenta la speranza di vita. Questa in sintesi, la fotografia scattata dall’Istat che lo scorso 7 febbraio ha presentato i nuovi indicatori demografici.
Al 1° gennaio 2019 si stima che la popolazione ammonti complessivamente a 60 milioni 391mila residenti, oltre 90mila in meno rispetto all’anno precedente (-1,5 per mille). Diminuisce il numero di italiani, 55 milioni 157mila unità (-3,3 per mille) mentre aumenta il numero di stranieri residenti: 5 milioni 234mila (+17,4 per mille), l’8,7% della popolazione totale.
Nel 2018 l’Istat ha censito 449mila nascite, ossia 9mila in meno del precedente minimo registrato nel 2017. Rispetto al 2008 risultano 128mila nati in meno.
Il numero medio di figli per donna (1,32) risulta invariato rispetto all’anno precedente. L’età media al parto continua a crescere, toccando per la prima volta la soglia dei 32 anni. La fecondità misurata lungo le varie generazioni femminili, anziché per anni di calendario, non ha mai smesso di calare. Tra le donne nate nel 1940 e quelle del 1968 la fecondità diminuisce con regolarità da 2,16 a 1,53 figli.
Nel 2018 si registra un nuovo aumento della speranza di vita alla nascita. Per gli uomini la stima è di 80,8 anni (+0,2 sul 2017) mentre per le donne è di 85,2 anni (+0,3).
Quanto al numero dei decessi: sono stati 636mila, ovvero 13mila in meno del 2017. In rapporto al numero di residenti, nel 2018 sono deceduti 10,5 individui ogni mille abitanti, contro i 10,7 del 2017.
Il saldo naturale nel 2018 è negativo (-187mila), spiega l’Istat, sottolineando come si tratti del secondo livello più basso nella storia dopo quello del 2017 (-191mila).