Valorizzare, promuovere e sostenere i milioni di cittadini datori di lavoro domestico quali responsabili e promotori di benessere sociale. Questo l’obiettivo del Libro Bianco <<Famille et domicile dans l’Union europèen: contribuer au progrès social et à la relance économique par l’emploi>> alla cui stesura Assindatcolf sta lavorando con EFFE, Federazione Europea dei datori di Lavoro Domestico, e che verrà presentato in primis alla Commissione Ue. La riforma del welfare e il progetto varato da Effe partono proprio da un’analisi accurata e approfondita del comparto domestico in tutta Europa. Questo conta circa 25 milioni tra colf, badanti, baby sitter e lavoratori domestici, ma buona parte lavora in nero. L’idea diffusa è, infatti, che con il lavoro nero possa esserci un risparmio. Serve, dunque, cambiare tendenza e investire di più sulla famiglia per “rimettere in moto l’ascensore sociale”. Guardando alla Francia e al Belgio, lo Stato sostiene il lavoro domestico attraverso l’abbattimento di tasse in proporzione ai costi sostenuti pari al 50%. Il risultato? Una fortissima emersione del lavoro nero. Se partiamo con un’analisi del comparto in Italia, possiamo affermare che le regole ci sono ma non sono applicate e non è un mistero il fatto che ci siano sempre meno risorse per il welfare. Anche alla luce di ciò, Assindatcolf continua a chiedere che venga data alle famiglie la possibilità di dedurre totalmente il costo del lavoro domestico. Una misura che, certamente, andrebbe ad incentivare la regolarizzazione dei rapporti di lavoro.