Con il via libera del Senato, avvenuto lo scorso 7 agosto, il Dl 87/2018, meglio noto come ‘Decreto Dignità”, è diventato legge dello Stato. Dalle norme sui contratti a termine a quelle per incentivare le assunzioni dei giovani a tempo indeterminato, ecco una breve disamina delle principali novità che riguardano le famiglie datrici di lavoro domestico.
Chi dal prossimo anno assumerà un collaboratore con meno di 35 anni avrà diritto ad uno sconto sui contributi, lo stesso previsto per le aziende, con un risparmio annuo che potrà arrivare fino a 1.050,00 euro per massimo 3 anni. Una vittoria per le famiglie che in casa si avvalgono dell’aiuto di colf, badanti e baby sitter ma anche per Assindatcolf, che per ottenere questo importante risultato si è mobilitata in prima persona, rappresentando le esigenze della categoria direttamente al Governo nel corso di un incontro avuto con il Ministro del lavoro, Luigi Di Maio. Entrando nel dettaglio nella misura, che sarà valevole per il biennio 2019-2020, è previsto uno sconto del 50% sui versamenti contributivi per le assunzioni di giovani under 35. Complessivamente la Ragioneria generale dello Stato ha stimato che il provvedimento potrebbe tradursi in 31.200 nuovi posti l’anno. Per quanto riguarda il settore domestico Assindatcolf ha, invece, calcolato che attualmente sono circa 2.500 i giovani lavoratori che risultano assunti a tempo indeterminato stabilmente. Un numero che potrebbe crescere sensibilmente alla luce dello sgravio di cui potranno usufruire le famiglie. Il meccanismo andrà comunque dettagliato con un provvedimento successivo ma, a differenza di quanto avvenuto in passato, il lavoro domestico non è stato escluso da un provvedimento premiante.
Seconda importante novità, che ha visto protagonista la nostra associazione, è quella che riguarda l’esenzione del settore dai rincari previsti per chi rinnova un contratto a tempo determinato. La disposizione era contenuta nel testo del decreto approvato dall’Esecutivo. Individuata l’anomalia (inutile scoraggiare all’utilizzo di uno strumento già scarsamente impiegato – questa è stata la nostra posizione), Assindatcolf l’ha dapprima segnalata alle Commissioni Finanze e Lavoro della Camera dei Deputati e, successivamente, l’ha portata all’attenzione del Governo, rimbalzando in breve tempo su tutti i media. Oltre che inutile, secondo i nostri calcoli, la norma avrebbe anche potuto generare un aumento dei costi a carico delle famiglie pari a circa 160 euro l’anno (nell’ipotesi di un contratto standard di 24 ore settimanali). Il Governo ha, quindi, optato per un dietrofront, dando via libera in Commissione ad un emendamento targato Pd che di fatto ha escluso il settore.
Dal lavoro subordinato a quello occasionale: nessuna modifica è stata invece prevista per il settore domestico in tema di voucher. I cosiddetti ‘lavoretti’ domestici continueranno, infatti, ad essere gestiti nell’ambito del Libretto famiglia. Una richiesta, questa, avanzata dalla nostra Associazione che, al contempo, ha chiesto al Governo di semplificare le procedure che di fatto rendono difficile l’utilizzo dello strumento, anche se, analizzando gli ultimi dati INPS disponibili (maggio 2018), risulta evidente come lo strumento, al contrario di quanto avviene nell’industria e nel commercio, abbia una sua motivazione vera, con una lenta ma progressiva espansione.