A maggio pronto il ‘Libro Bianco’ destinato alle istituzioni europee in vista delle elezioni del 2019
Il settore domestico come punto dal quale partire per riformare il welfare a livello europeo. È questo l’ambizioso obiettivo che guida il progetto per la definizione di un ‘Libro Bianco’ sul lavoro domestico. Una sorta di ‘compendio’ che analizza sotto tutti i punti di vista, economico, sociale ed occupazionale, un settore che, solo in Europa, conta circa 25 milioni di addetti, tra regolari ed irregolari. Partendo dallo studio delle macro tendenze demografiche, dei flussi migratori, e delle politiche sociali messe in campo dai singoli Stati dell’Unione Europea, si è arrivati alla definizione di un documento contenente azioni mirate che potranno, poi, essere tradotte in linee di indirizzo valevoli a livello europeo. Il progetto, al quale sta lavorando da circa due anni un nutrito gruppo di associazioni rappresentative della categoria, tra cui Assindatcolf ed Effe, vedrà la luce nel maggio del 2018, per poi essere presentato agli organi europei nel periodo che precede le elezioni del 2019. “Il fine ultimo – spiega Andrea Zini, vice presidente Assindatcolf ed Effe – è quello di sensibilizzare la politica rispetto ad un tema che troppo spesso viene considerato secondario. Una visione miope e poco lungimirante, soprattutto in una realtà come quella italiana dove le culle continuano a rimanere vuote, dove la popolazione ha sempre più i capelli bianchi e lo Stato razionalizza le risorse destinate al welfare e alla sanità. Da qui – prosegue – nasce l’esigenza di guardare alle best practice che in Europa sono già realtà, come in Francia ed in Belgio, dove lo Stato sostiene il lavoro domestico abbattendo le tasse, aiutando le famiglie e, al contempo, riducendo il fenomeno del lavoro nero. Un risultato del genere – conclude – si potrebbe raggiungere ovunque, soprattutto se a dettare la linea fosse l’Europa ed è proprio per questo motivo che dall’Europa abbiamo scelto di partire”.