“Dal Governo arriva il primo vero segnale di inversione di tendenza a sostegno delle famiglie e del comparto domestico: una serie di misure davvero importanti ma, soprattutto, la regolarizzazione degli immigrati e del lavoro nero, un provvedimento di cui c’era un gran bisogno e che come Associazione chiediamo da anni”. E’ quanto dichiara Andrea Zini, vice presidente di Assindatcolf, Associazione Nazionale dei Datori di Lavoro Domestico.
“Ringraziamo tutte le forze politiche che, con grande senso di responsabilità, hanno reso possibile il raggiungimento di questo importante risultato – continua Zini – che, tuttavia, a nostro avviso rappresenta solo un primo e concreto passo verso il raggiungimento dell’obiettivo finale. Per chiudere il cerchio e combattere davvero il lavoro irregolare, che nel settore ha percentuali altissime, è infatti necessario prevedere incentivi per le famiglie che hanno necessità di assumere. Al contrario si rischia di vanificare anche il risultato politico raggiunto, facendo emergere solo una parte delle posizioni dei migranti non in regola con i documenti e quindi anche in nero. Parliamo della punta di un iceberg considerando che i domestici irregolari per contratto e documenti sono circa 200 mila, a fronte di 1,2 milioni di lavoratori, italiani e non, impiegati senza contratto”.
“Infine – conclude il vice presidente Assindatcolf – occorrerà superare anche il meccanismo che regolava i flussi di ingresso dei cittadini non comunitari. Per noi una buona base di ragionamento è quella contenuta nella Proposta di Legge ‘Ero Straniero’, poiché riteniamo che proprio la mancata programmazione a cui abbiamo assistito nell’ultimo decennio abbia contribuito a generare questa sacca di irregolarità. L’ultimo decreto flussi che destinava quote per il comparto domestico risale, infatti, al 2010. Se non si metterà mano a questa questione in poco tempo sarà vanificato il buon risultato di oggi”.