Mancato pagamento dei contributi per lavoro domestico: è questo l’oggetto della comunicazione che nel mese di novembre scorso circa 200 mila famiglie italiane si sono viste recapitare a casa. Mittente l’Inps, che con un’operazione periodica di routine, chiedeva di regolarizzare le posizioni contributive dei domestici assunti, i cosiddetti lavoratori ‘silenti’, per i quali non risultavano in regola i versamenti contributivi. Peccato che molti di questi non lavorassero più presso le stesse famiglie e che, nei casi più eclatanti, le cessazioni fossero state comunicate anche decenni prima. Da qui il senso di confusione e sgomento manifestato da molti datori di lavoro, soprattutto tra quanti hanno trovato indicate nel bollettino cifre a sei zeri. A fronte di questa situazione Assindatcolf ha immediatamente provveduto a comunicare ai propri soci, ma, più in generale, anche a tutte le famiglie che erano state interessate dalla vicenda, precise indicazioni su come intervenire. “Nessun allarmismo – ha spiegato Assindatcolf – perché per bloccare il procedimento bonario basterà produrre una dichiarazione di responsabilità, anche nel caso in cui non si avesse più a disposizione la vecchia documentazione. Il modello è già contenuto nell’avviso di accertamento ricevuto che, nel termine dei 30 giorni indicati, dovrà essere compilato ed inviato tramite fax al numero verde dell’Inps (800.803.164) o via mail (comunicazioniLD@inps.it), ricordandosi di allegare copia del documento di identità del datore di lavoro e, se sussiste, la vecchia documentazione”. Assindatcolf ha inoltre specificato che, qualora al datore fossero stati richiesti versamenti contributivi per un lavoratore sconosciuto, sarebbe stato opportuno denunciare il furto di identità in Questura.

Non lasciare al caso la gestione di colf, badanti e baby sitter!

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