Il salario minimo orario di 9 euro si applicherà solo ai lavoratori che sono retribuiti al di fuori di un contratto collettivo nazionale. E’ questa la precisazione arrivata dal ministro del Lavoro, Luigi Di Maio nel corso di un intervista radiofonica. Il vice premier ha quindi assicurato: “Per colf e badanti non vedo un effetto dal salario minimo perché’ in questo caso c’e’ il contratto nazionale”.
“L’80% dei posti di lavoro sono coperti da un contratto collettivo di lavoro che tutela i lavoratori sul salario e i diritti” ha precisato ancora il titolare del Dicastero. Il reddito minimo orario sarebbe dunque applicabile “all’altro 20%” ha spiegato Di Maio “sono soprattutto giovani, pagati anche 2 euro all’ora, senza tutele che non sono lavoratori, sono sfruttati”.
Immediata la replica di Assindatcolf, Associazione Nazionale dei Datori di Lavoro Domestico: “Apprezziamo le dichiarazioni del ministro Di Maio sulla non applicabilità del salario minimo orario alle retribuzioni dei lavoratori domestici. Il contratto collettivo nazionale è e resta lo strumento per eccellenza per tutelare lavoratori e datori di lavoro. Ora auspichiamo che la volontà espressa dal ministro venga recepita e si traduca in un correttivo perché ad oggi i disegni di legge che sono all’esame della Commissione Lavoro al Senato non vanno in quella direzione. Continuiamo a ritenere opportuno che, per le specificità del comparto domestico, sia necessario escluderlo chiaramente dal provvedimento finale. Al contrario a pagarne il conto sarebbero le famiglie che già oggi si assumono tutto il carico, soprattutto economico, dell’assistenza”.
Assindatcolf ha infatti calcolato gli effetti sui budget familiari di una eventuale applicazione del salario minimo orario di 9 euro alle retribuzioni di colf, badanti e baby sitter.