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Lavoro domestico: da Assindatcolf una guida per le famiglie su come compilare la busta paga

Retribuzione, indennità, scatti di anzianità, malattia e contributi: sono queste alcune delle voci che devono essere inserite nella busta paga della colf, badante o baby sitter e che il datore di lavoro è obbligato a consegnare al proprio domestico entro la fine di ogni mese. Da Assindatcolf, Associazione Nazionale dei Datori di Lavoro Domestico, una guida pratica su come compilare correttamente il prospetto paga in ottemperanza al Ccnl di categoria.

L’articolo 34 chiarisce quali siano le voci da inserire, a partire dalla retribuzione (lorda e netta), che non può mai essere inferiore ai minimi sindacali: gli ultimi valori, quelli previsti in occasione del rinnovo contrattuale firmato dalle Parti Sociali l’8 settembre scorso, sono entrati in vigore dal 1 gennaio 2021 ma attenzione perché entro la fine del corrente mese potrebbero subire delle modifiche per effetto della variazione dell’indice Istat. Importante ricordare che eventuali scatti di anzianità (pari al 4% della retribuzione minima sindacale del livello di appartenenza) maturano ogni biennio di servizio e che per i domestici conviventi nella busta paga deve essere inserito il valore figurativo dell’alloggio mensilmente percepito e del vitto che, all’occorrenza, può anche essere monetizzato.

Oltre alla retribuzione e all’eventuale superminimo (la retribuzione extra rispetto ai minimi e agli scatti di anzianità) alcune assistenti familiari hanno poi diritto a vedersi riconosciuta una specifica indennità: 0,70 euro l’ora per le baby sitter che assistono minori di 6 anni, che diventano 115,76 al mese per le conviventi e 0,43 euro l’ora per le badanti che si prendono cura di 2 anziani non autosufficienti nella stessa abitazione, 100 euro al mese in più in caso di convivenza.

Nel prospetto paga vanno, infine, indicate anche eventuali ore di straordinario (per le festività un extra pari al 60% della retribuzione globale di fatto e pari al 50% in caso di attività notturna), giorni di malattia (sono a carico della famiglia fino ad un massimo 15 giorni a seconda dell’anzianità di servizio, i primi 3 al 50%) e le ferie: ogni mese i lavoratori maturano 2,16 giorni di ferie, complessivamente hanno diritto a 26 giorni all’anno, per non rischiare di sbagliare è buona prassi inserire nella busta un contatore delle ferie.

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