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Voucher: serve tracciabilità anche per lavoro domestico

Prevedere la tracciabilità dei voucher anche per il settore domestico, rimasto escluso dal provvedimento approvato dall’Esecutivo nazionale, così come avvenuto per il settore agricolo”. È questa la richiesta avanzata alla Commissione Lavoro dal vice presidente di Assindatcolf, Andrea Zini, che oggi è stato audito alla Camera a nome di Fidaldo proprio in merito all’atto del Governo che modifica i decreti attuativi del Jobs Act.

“Nel provvedimento recentemente approvato in Consiglio dei Ministri si parla, infatti, – spiega Zini – solo di ‘committenti imprenditori non agricoli o professionisti’. Non citare esplicitamente la categoria dei ‘privati’ o delle famiglie tout court, che rappresentano i datori di lavoro domestico, significa di fatto escluderla da questo meccanismo, legittimando un utilizzo improprio dello strumento che mette a rischio vertenza le famiglie. Un’occasione persa anche sul fronte dell’emersione del lavoro nero che nel settore domestico registra percentuali altissime, superiori al 50% dei rapporti di lavoro esistenti. Sebbene i voucher non siano comunque lo strumento per eccellenza per combattere il lavoro irregolare, prevedere un meccanismo di tracciabilità potrebbe rappresentare un valido deterrente al lavoro nero”.

Tra le proposte avanzate da Fidaldo alla Commissione anche quella di “introdurre il limite a 2 mila euro per singolo committente. Ad oggi – spiega Zini – il limite per il lavoro domestico è invece fissato a 7 mila euro, una quota nella quale rientrano almeno il 90 percento dei rapporti di lavoro domestico. La caratteristica di ‘occasionalità” viene dunque meno, diventando a tutti gli effetti un lavoro subordinato ma senza le tutele che un regolare contratto assicurerebbe al lavoratore”.

“Se il Parlamento ed il Governo non dovessero recepire le nostre istanze – conclude Zini – siamo pronti a promuovere, in sede di rinnovo contrattuale, un accordo con tutte le parti sociali al fine di incentivare tra le famiglie un’autolimitazione nell’utilizzo dello strumento stesso”.

 

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