Attraverso un sito web dedicato reclutavano aspiranti badanti dell’Est Europa, russe, bielorusse, ucraine, per poi farle lavorare in nero e sottopagate. È così che, grazie ad un’operazione della Guardia di Finanza di Varese, sono state arrestate due donne, anch’esse dell’Est Europa, insieme ad altri sette collaboratori (di cui cinque ai domiciliari) per associazione a delinquere finalizzata allo sfruttamento dell’immigrazione clandestina e del lavoro nero.

Ecco come funzionava: una volta reclutate, le aspiranti badanti venivano obbligate a pagare una quota fino a 700 euro per associarsi ad una finta cooperativa sociale e 3000 euro per regolarizzare i documenti, sequestrati fino al saldo dell’intera quota. Le lavoratrici dovevano anche pagare l’affitto per vivere in alloggi in stato di assoluto degrado, quote dai 5 agli 8 euro al giorno, in attesa di trasferirsi presso la famiglia da assistere con la quale la finta coop si poneva come intermediaria, dando istruzioni sulle condizioni da porre alle lavoratrici, fissando incontri e anche accompagnandole al colloquio.

Non lasciare al caso la gestione di colf, badanti e baby sitter!

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