“Le misure a sostegno della famiglia contenute nella Legge di Stabilità rappresentano un indubbio passo in avanti, prevedendo uno stanziamento di 600 milioni di euro ed introducendo provvedimenti ad hoc a sostegno della natalità e della genitorialità. Come associazione che tutela le famiglie chiediamo, però, al Governo di fare uno sforzo in più: dall’emergenza bisogna ora passare a gestire il quotidiano, con misure che vadano incontro a tutti, a chi affida i genitori anziani, malati o disabili ad una badante e a chi in casa si avvale del prezioso aiuto di una tata. L’unica strada possibile è quella della deduzione totale del costo del lavoro domestico”. È quanto dichiara Assindatcolf, Associazione Nazionale dei Datori di Lavoro Domestico, componente Fidaldo, aderente Confedilizia, in merito alle misure varate dal Governo nella Legge di Bilancio 2017.

“Dedurre il costo del lavoro domestico significa abbassare l’imponibile su cui si pagano le tasse. Oggi – prosegue l’Associazione – è già possibile fare questa operazione ma solo per quanto riguarda i contributi versati e per un massimo di 1549,37 euro l’anno. Al contrario, noi chiediamo che il meccanismo venga esteso e ricomprenda anche il costo vero e proprio sostenuto dalle famiglie per pagare gli stipendi dei domestici, che rappresentano la parte che più pesa sui budget familiari. In questo modo non solo si aiuterebbero le persone, tutte, con risparmi che potrebbero attestarsi tra i 2 mila ed i 5 mila euro l’anno a seconda delle prestazioni richieste, ma si attiverebbe anche un circuito virtuoso: le famiglie, potendo dedurre i costi, sarebbero incentivate ad assumere che tradotto significa emersione del nero in un settore con quote altissime di lavoro irregolare e che conta quasi 900 mila rapporti ‘invisibili’. E ancora, non solo nuova occupazione, – conclude Assindatcolf – ma anche riattivazione dei consumi e riavvio dell’ascensore sociale, ormai fermo da anni”.

 

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Non lasciare al caso la gestione di colf, badanti e baby sitter!

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