“Grandi protagonisti della procedura di emersione disposta dal Dl Rilancio, i datori di lavoro domestico sono coloro che più stanno contribuendo a sanare la piaga del lavoro irregolare in Italia. A testimoniarlo sono i numeri diffusi dal Viminale: su 23.950 domande già perfezionate, il 91% riguardano il lavoro di colf, badanti e baby sitter. Ora, per rendere strutturale questo provvedimento tanto atteso ed evitare che in prossimo futuro i lavoratori emersi tornino nella sfera dell’irregolarità servono incentivi alla regolare assunzione”. È quanto dichiara Assindatcolf, Associazione Nazionale dei Datori di Lavoro Domestico.
“Oggi – prosegue Assindatcolf – nella Giornata internazionale dei lavoratori domestici vogliamo ribadire il nostro appello al Governo impegnato proprio in queste ore a parlare di rilancio del Paese nel corso degli Stati Generali dell’Economia: fino a quando il lavoro in chiaro non sarà più conveniente di quello in nero non riusciremo a mettere un argine alla piaga del lavoro irregolare che nel settore ha percentuali altissime. Il 60% del totale dei domestici impiegati nelle case degli italiani non ha, infatti, un regolare contratto. Un ‘esercito’ di 1,2 milioni di lavoratori fatto di stranieri con i documenti non in regola (che stimiamo essere circa 200 mila) ma soprattutto di stranieri in regola (500 mila) e di italiani (500mila). La nuova procedura di regolarizzazione cerca di mettere una barriera alla sola punta di un iceberg, tuttavia, – conclude – senza una leva fiscale adeguata, quale la totale deduzione del costo del lavoro domestico, anche i lavoratori emersi con questo provvedimento rischiano di essere persi nei prossimi 4-5 anni”.