“Datori di lavoro domestico, attenzione alle scadenze perché a marzo raddoppiano le incombenze: la data da segnare sul calendario è quella del 31, giorno in cui tutte le famiglie che hanno alle proprie dipendenze colf, badanti e baby sitter dovranno ricordarsi di rilasciare ai lavoratori, oltre alla busta paga, anche il documento che attesti il totale delle somme erogate nel corso del 2017”. È quanto comunica Assindatcolf, Associazione Nazionale dei Datori di Lavoro Domestico, aderente Confedilizia, componente Fidaldo.   “Si tratta di una sorta di certificazione unica (il vecchio Cud) – precisa l’Associazione – ma con delle sostanziali differenze, poiché il datore di lavoro domestico non è individuato come sostituto di imposta e pertanto non è tenuto a rilasciare la Cu. Il contratto collettivo che regola il settore (art. 33) parla, infatti, di una semplice attestazione da consegnare ‘almeno 30 giorni prima della scadenza dei termini di presentazione della dichiarazione dei redditi’ o in caso di ‘cessazione del rapporto di lavoro’. Quello che, però, è bene chiarire per evitare equivoci è che, comunque, il datore di lavoro domestico è obbligato a fornire alla colf, alla badante o alla baby sitter una copia di questa documentazione, che servirà al lavoratore ai fini dell’eventuale presentazione della sua dichiarazione dei redditi, del calcolo dell’Isee familiare, nonché per le pratiche del rinnovo del permesso di soggiorno”.  “Ecco alcuni consigli pratici su come compilare la dichiarazione per evitare di sbagliare. Per prima cosa – chiarisce l’Associazione che tutela le famiglie – andranno inseriti i dati anagrafici sia del lavoratore che del datore di lavoro, comprensivi di codice fiscale. Indispensabile, poi, indicare l’anno di riferimento, in questo caso il 2017, ed il totale delle somme lorde erogate nello stesso periodo di riferimento. Questa cifra dovrà essere comprensiva oltre che delle retribuzioni mensili, anche di quanto corrisposto come tredicesima, eventuali anticipi/liquidazioni di TFR, nonché degli importi trattenuti al lavoratore per versamenti Inps e Cassacolf.Inoltre, se il lavoratore è convivente dovrà essere indicato anche il valore del vitto e alloggio usufruito”.   “Ricordiamo infine a tutti i datori di lavoro domestico – conclude Assindatcolf – che, chi assume con regolare contratto un collaboratore, avrà diritto in sede di dichiarazione dei redditi ad alcune agevolazioni fiscali: la deduzione dei contributi Inps (nel limite massimo di 1.549,37 euro per anno) e la parziale detrazione del costo dello stipendio della badante (per un massimo di 399,00 euro, pari al 19% di € 2.100,00) solo per chi ha un reddito che non supera i 40 mila euro”.

Non lasciare al caso la gestione di colf, badanti e baby sitter!

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