Diminuiscono i lavoratori domestici ma aumenta la quota di italiani che si dedicano al lavoro di colf e badante. È la “fotografia” scattata dall’INPS nell’ultima rilevazione pubblicata nel mese di giugno. Secondo i dati dell’Istituto, infatti, nel 2015, i domestici regolari sono stati 886.125, in calo del 2,26% sul 2014. Ma a fronte dell’andamento decrescente della categoria registrato nel triennio 2013 -15, per i domestici italiani si registra invece un incremento pari al 4,23% nel 2015 (quando hanno raggiunto quota 213.931) rispetto al 2014.

Dati che “impongono una riflessione” ha commentato Assindatcolf, poiché dimostrano come ci si trovi di fronte “all’evidente segnale che la crisi non è stata superata. Riteniamo quindi – ha precisato l’Associazione – che il Governo dovrebbe cogliere il fenomeno del possibile ‘rimbalzo’ occupazionale sostenendo da subito il comparto con sostegno fiscale, semplificazione amministrativa per le famiglie e formazione professionale per i lavoratori domestici”.

E ancora, le rilevazioni dell’INPS attestano come sia diminuito il numero di stranieri (del 4,16% – a quota 672.194) rispetto all’anno precedente. Guardando invece alle presenze regione per regione, il territorio che registra il maggior numero di lavoratori domestici è quello della Lombardia con 160.587 lavoratori pari al 18,1%, seguito dal Lazio (15,0%), dall’Emilia Romagna (9,0%) e dalla Toscana (8,5%). È proprio in queste quattro regioni che si concentrano oltre la metà dei lavoratori domestici operativi in Italia.

Quanto alla nazionalità, si evidenzia comunque una forte prevalenza di lavoratori domestici stranieri, che nel 2015 risultano essere il 75,9% del totale (provenienti per lo più dall’Europa dell’Est).

Non lasciare al caso la gestione di colf, badanti e baby sitter!

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