“Dal 1° gennaio le famiglie datrici di lavoro domestico rischiano una stangata rispetto allo stipendio di colf, badanti e baby sitter. Dal 2023 scatteranno, infatti, gli aggiornamenti delle retribuzioni in base alla variazione dell’indice Istat dei prezzi al consumo: il pericolo è quello di veder lievitare la busta paga di circa il 9% rispetto agli attuali minimi. Siamo molto preoccupati perché il tempo per intervenire stringe, considerando che entro il 20 dicembre il Ministero del Lavoro dovrà convocare la Commissione nazionale per l’aggiornamento retributivo, così come previsto all’art. 38 del Ccnl, e che in assenza di accordo tra le parti sociali scatterà l’aumento in via automatica”. È quanto dichiara la Fidaldo (Federazione Italiana dei Datori di Lavoro Domestico) in rappresentanza di Nuova Collaborazione, Assindatcolf, Adld e Adlc. La riflessione è emersa nel corso della presentazione del 2° Report di ricerca sugli interventi delle regioni e delle città italiane in tema di lavoro domestico denominato ‘Atlante Fidaldo’, che si è svolta oggi a Roma presso la sala Einaudi della Confedilizia.
“L’auspicio – prosegue Fidaldo – è che attraverso un confronto con le parti sociali si possa arrivare ad uno scaglionamento nel tempo di questi incrementi che peseranno sui budget familiari già gravati dagli aumenti del prezzo del gas e delle bollette. Secondo i nostri calcoli – conclude Fidaldo – nel caso di una badante si potrebbe anche arrivare a dover pagare 125 euro in più al mese, che all’anno diventerebbero 2mila. Aumenti che solo in parte saranno compensati dagli adeguamenti delle pensioni, i cui beneficiari sono però una platea ristretta, e dal rinnovo dei contratti collettivi scaduti di altri comparti, ove venissero rinnovati nel corso del 2023”.