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Bonus bebè: primo passo verso un welfare per tutti

“È indubbio che la famiglia italiana debba essere destinataria di maggiori attenzioni, per questo l’ipotesi di una modifica in senso positivo del bonus bebè è sicuramente un fatto auspicabile che speriamo di poter vedere concretizzato nella prossima Legge di Stabilità. Allo stesso tempo, però, non può che essere una parte di una più ampia strategia di revisione delle misure a sostegno del welfare familiare”. È quanto dichiara Assindatcolf, Associazione Nazionale dei Datori di Lavoro Domestico, aderente Confedilizia, componente Fidaldo.

 “Sostenere la genitorialità con aiuti specifici – prosegue l’associazione che riunisce le famiglie datrici di lavoro domestico – significa far fronte ad un’emergenza ed evitare, ad esempio, quello che è stato definito un ‘crac demografico’. Per risollevare le sorti del nostro paese, però, bisogna anche fare i conti con l’aumento delle aspettative di vita e delle malattie croniche, a fronte di un sistema sanitario che non riesce a farsene carico. Anziani, bambini, disabili, chi se ne prende cura? Ad oggi solo le famiglie. Per questo motivo – aggiunge l’Associazione – pensare di aiutare solo una parte di chi oggi è in difficoltà significa ancora una volta mettere in campo misure parziali, che non risolveranno il problema ma finiranno solo per aumentare le diseguaglianze. Al di là delle singole esigenze, tutte le famiglie hanno pari diritto di essere sostenute”.

 “Un aiuto concreto – conclude Assindatcolf – potrebbe arrivare rivedendo alcuni meccanismi fiscali, tra questi anche una misura che consenta di poter dedurre totalmente il costo del lavoro domestico. In altre parole, con questa misura, si tratterebbe di dare la possibilità a chi in casa si avvale del prezioso aiuto di una badante o di una baby sitter di risparmiare recuperando sul budget fino a 5-6 mila euro l’anno. Anche questo è un modo per rendere le famiglie finalmente un po’ più ‘libere’ da quel pressante ruolo di assistenza e cura al quale sono state impropriamente costrette, recuperando di fatto la funzione naturale di nucleo sociale. Ci rendiamo conto che è solo una delle componenti del sistema dei caregiver familiari ma può essere un modo serio per iniziare questo percorso di maggiore attenzione alle famiglie”.

 

 

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