Come noto l’11 novembre (essendo il 10 giorno festivo) è la data entro la quale il datore di lavoro può presentare la dichiarazione di emersione per regolarizzare un extracomunitario adibito alla cura del nucleo domestico ovvero all’assistenza di persone affette da patologie o handicap che ne limitano l’autosufficienza. Quindi questi ultimi giorni rappresentano per alcuni datori di lavoro l’ultima possibilità per presentare la dichiarazione di emersione, mentre per altri datori, che hanno già inoltrato la dichiarazione, rappresentano momenti di riflessione sulle conseguenze – per esempio – di una domanda di regolarizzazione non completa.L’Assindatcolf, Associazione sindacale datori di lavoro domestico, aderente a Confedilizia, ricorda la scadenza legale di lunedì prossimo e rassicura tutti coloro che aspettano la convocazione in Prefettura (e sono molti, in quanto le convocazioni ancora non sono iniziate), precisando che agli stessi verrà inviata dall’Ufficio stesso una lettera contenente l’indicazione del luogo, il giorno e l’ora dell’appuntamento, che le pratiche eventualmente redatte in modo incompleto potranno essere integrate in occasione dell’incontro in Prefettura e che meri errori formali non verranno sanzionati in alcun modo.Esauriti positivamente tutti gli adempimenti previsti nella fase della stipula del contratto di soggiorno, verrà rilasciato al lavoratore il permesso di soggiorno. Qualora invece la richiesta di regolarizzazione venga rifiutata, l’esito negativo verrà comunicato per posta sia al datore di lavoro che al lavoratore, ai rispettivi domicili indicati nella richiesta di regolarizzazione. Contro il rifiuto il datore di lavoro, e solo il datore, potrà ricorrere al competente Tribunale Amministrativo Regionale. In caso di rifiuto, inoltre, il contributo forfettario pagato inizialmente non verrà restituito.L’Assindatcolf si mette, infine, a disposizione – attraverso le sue sezioni territoriali i cui recapiti possono essere chiesti al numero verde 800.162.261 – di tutti quei datori di lavoro che potrebbero venire coinvolti proprio in questi giorni in una vertenza sindacale iniziata da un extracomunitario irregolare nella speranza di godere del permesso provvisorio di 6 mesi, previsto con l’ultima circolare del Ministero dell’Interno.Roma, 8 novembre 2002.