Percepivano redditi superiori agli 8 mila euro l’anno ma non li dichiaravano al fisco, seppur lavorassero in regola, con normale contratto di assunzione e contributi versati all’Inps. Protagoniste della vicenda un centinaio di lavoratrici domestiche (di cui 5 italiane), tra colf e badanti, che sono finite sotto la lente di ingrandimento della Guardia di Finanza di Livorno. 

Le persone controllate, prevalentemente di nazionalità ucraina e rumena, hanno complessivamente omesso di dichiarare redditi di lavoro dipendente per un importo complessivo pari a 4 milioni di euro, con una media di 40 mila euro a persona e con un’Irpef totale evasa pari a circa 300 mila euro. Nella quasi totalità dei casi si è trattato di donne assunte con regolare contratto e con pagamento dei contributi da parte del datore di lavoro.

Tra le situazioni più evidenti quelle di 4 donne, tra cui un’italiana, che negli ultimi tre/quattro anni avevano complessivamente percepito, ciascuna, redditi superiori ai 70 mila euro. Nel cecinese, 5 badanti si sono giustificate affermando che ‘all’arrivo in Italia e all’assunzione come lavoratrici domestiche nessun datore di lavoro aveva raccomandato loro di denunciare ai fini reddituali le retribuzioni percepite oltre gli 8 mila euro per anno’. Al contrario tre datori di lavoro hanno asserito che le rispettive collaboratrici domestiche, ‘a causa dei controlli della Finanza avevano fatto rientro nel loro Paese’.

 

Non lasciare al caso la gestione di colf, badanti e baby sitter!

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